COVID e spedizioni internazionali: facciamo il punto su noli e vuoti
La situazione di pandemia mondiale che stiamo vivendo ha sicuramente sconvolto le nostre vite, ha cambiato le nostre priorità e ci sta portando a ragionare in modo completamente diverso da prima. Nel mondo dello shipping ci sono risvolti molto pesanti di questa pandemia, si sono verificate situazioni completamente nuove, mai viste in anni e anni.
Dividiamo un attimo nel tempo e per i diversi flussi per fare chiarezza.
Covid e spedizioni internazionali: cosa è successo durante il lockdown?
Nel primo periodo di pandemia, il blocco imposto all’economia dai diversi governi, la paura che regnava (addirittura si diceva che il virus poteva essere trasmesso dalle merci, sono circolate fake news di certificazioni COVID FREE , ecc…) hanno rallentato tutti i flussi sia di import che di export, via mare e via aerea. Moltissimi voli aerei sono stati a terra (causa blocco dei voli passeggeri da e per la Cina) e quindi la stiva si è ridotta. I noli aerei sono schizzati alle stelle e quindi gli unici prodotti che riuscivano a “volare” erano mascherine, gel, guanti e camici.
La produzione era ferma ad aprile dello scorso anno, quindi pochissime erano le merci che si esportavano. Le navi di alcuni servizi marittimi sono diventate quindicinali o le compagnie marittime utilizzavano feeder (piccole navi) per fare da spola con i porti principali (non italiani) per fare massa critica. Si è arrivati addirittura a circumnavigare l’Africa per raggiungere il far east dal Mediterraneo per non dover pagare i costi del canale di Suez. Il bunker (carburante delle navi) era più economico del costo del canale.
Nel corso del 2020 la stiva intesa come capacità globale di trasporto merci su nave si è ridotta perché alcune navi sono state fermate a causa dei volumi inferiori, generando blank sailing (mancata partenza).
Uno sguardo sull’import:
Nell’era del Covid, le spedizioni internazionali hanno subito un forte impatto. Per quanto riguarda il lato import, i noli sono volati alle stelle, poca stiva e parecchia domanda generano un aumento dei prezzi notevole (l’aumento registrato nel 2020 è di circa il 300 % rispetto all’anno precedente).
La conseguenza? Alcuni beni più “poveri” non riescono a reggere questi costi e quindi le imprese italiane cercano alternative all’importazione.
La situazione export:
Qual’è, invece, l’impatto del Covid sulle spedizioni internazionali per quanto riguarda l’export? Mancanza totale di vuoti e stiva ridotta. I container vuoti sono attualmente “bloccati” in Nord america dove la pressione di carichi in arrivo ha fortemente congestionato i porti, i trasporti stradali / via treno non sono sufficienti a smistare la merce, i container sono in ritardo ad essere svuotati.
Dal Far east c’è grandissima pressione di carico e quindi gli armatori spostano i container in Cina per rispedirli pieni in giro per il mondo.
Nella giungla delle spedizioni:
In tutto questo l’Europa come si pone sul fronte Covid e spedizioni internazionali? Purtroppo alla finestra, prende i container che “rimangono” con noli in salita anche sull’export. In un momento di scarsità di equipment vince la logica “ chi più paga sale a bordo”… e le compagnie marittime selezionano il carico sulla base della contribuzione dello stesso ai costi delle navi.
Il risultato? Il mercato import ed export per e dall’Italia sono molto in difficoltà, a ogni spedizione bisogna lottare per avere spazio e vuoto a bordo. La sensazione è che la difficoltà a spedire/ricevere non sia data dal volume elevato che si sta generando in Italia (quasi tutti i terminal portuali italiani hanno un segno “-“ sul volume)
Il nostro impegno per garantire l’affidabilità:
Il Covid ha messo a dura prova il settore delle spedizioni internazionali. Nord ovest come si pone? Stando sul mercato, capiamo quali sono le destinazioni “ sensibili” e cerchiamo di aprire prenotazioni con anticipo per riservare spazi e vuoti alla nostra clientela affezionata. Altrimenti il consiglio è prenotare con largo anticipo per aver più possibilità di andare a bordo…
Vuoi saperne di più? Scrivi a consulting@nord-ovest.com.